venerdì 24 giugno 2016

La storia del cimitero senza morti

Ogni settimana Sonia Pino fa visita a una tomba in un piccolo cimitero situato nella caletta di Punta Lavapié, nella regione cilena di Bíobío. Li', Sonia parla con suo figlio, Adinsón Fernández Pino. Quella tomba pero' è vuota, cosi' come tutte le altre trenta di questo camposanto. Quello di Punta Lavapié è un cimitero simbolico, uno dei quattordici che ci sono in questa regione cilena. L'unico luogo al mondo dove esistono cimiteri cosi'.

Nel 2013, Berta Ziebrecht Quiñones e Víctor Rojas Farías hanno pubblicato un libro, dal titolo "Cementerios Simbólicos. Tumbas sin difunto: Pescadores artesanales de la Región del Biobío", dove raccontano la storia e le origini di questa tradizione che conta piu' di 300 anni. "Questi cimiteri nascono con gli indigeni lafkenches (mapuches che abitavano nella zona costiera, n.d.r.), che abitarono le coste di questa regione cilena, poi la tradizione è passata ai creoli e  quindi ad altri abitanti di altre etnie, originando la tradizione dei cimiteri simbolici. - ha dichiarato alla BBC Mundo Víctor Rojas Farías.

Isla Mocha
Prima che questa tradizione fosse trasmessa ai creoli, "La Mocha", mitica isola che ha ispirato anche Herman Melville nello scrivere "Moby Dick", è stata decisiva nei rituali funebri della zona. "I mapuche hanno sempre creduto che quell'isola avesse una sorta di portale, da dove arrivano le balene e da dove partivano le anime dei morti per un altro mondo", racconta Farias. In seguito i riti dei Mapuches si sono mescolati ai costumi cristiani dei pescatori, che a loro volta erano stati influenzati dagli spagnoli.

Tradizioni che sono arrivate fino ai giorni nostri. Oggi quando un pescatore scompare in mare, le autorità lo cercano per otto giorni. In caso di esito negativo, nella casa della persona scomparsa si preparano gli abiti del defunto sopra una tavola. La veglia funebre dura due giorni, fino al momento di portare un'urna vuota che contiene oggetti della persona scomparsa in mare. Prima della sepoltura, i pescatori con le loro barche fanno un cerchio in mare e lanciano un bengala nel mezzo. Quando il bengala si spegne, allora l'urna viene sepolta. Un gesto che significa come il ciclo della vita sia concluso.

Purtroppo, per i vivi, inizia un lungo calvario per avere un certificato di morte del proprio caro e spesso ci vogliono anni, inoltre per le famiglie, madri e mogli, restano nella vana attesa che il mare restituisca loro il corpo del figlio o del marito. Ci sono donne che hanno perso entrambi e ogni giorno tornano nel piccolo cimitero a pregare. La morte in mare è una tremenda costante in questa zona costiera cilena e prima del 1954, anno nel quale fu stabilito che ogni imbarcazione artigianale doveva avere l'autorizzazione della Capitaneria di Porto per uscire in mare, nei piccoli cimiteri senza morti, le lapidi e le croci superavano le centinaia di unità.

Quello che preoccupa oggi è che questi luoghi di tradizioni antiche, che si sono retti su norme e convenzioni non scritte, vengano 'sporcati' da elementi esterni che poco centrano con la vera tradizione. Spesso questi cimiteri sono in mezzo alle cittadine costiere e in qualche caso le istituzioni locali si sono arrogate il diritto di intervenire per interesse religioso o turistico o amministrativo. Questo è quanto è successo in quello che è considerato il piu' antico tra i quattordici cimiteri simbolici della zona, Las Cruces,  a Talcahuano.

"Lo stato cileno deve dichiarare questi cimiteri Patrimonio Nazionale, per assicurare la loro conservazione o corrono il pericolo di trasformarsi in un'altra cosa", ha detto Ziebrecht, l'altra autrice del libro. Con il passare degli anni, tombe come quelle di Adinsón, sono diventate un patrimonio, che è giusto rispettare perchè siano i pescatori a custodire le loro tradizioni.

fonte americaeconomia.com

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