Le autorità di polizia di Gujarat, stato dell'India nord occidentale che si affaccia sul mar Arabico, hanno confermato l'arresto di 18 leoni, che sono sotto processo, meglio ancora sono sotto esame, per verificare chi tra questi è colpevole di aver ammazzato tre persone in prossimità di un santuario. Il felino o i felini che saranno riconosciuti colpevoli saranno 'incarcerati' in un parco zoologico, mentre il resto del gruppo tornerà a vivere nell'area protetta di Gir.
"Pensiamo di sapere chi sia l'assassino, in ogni caso stiamo aspettando di conoscere gli esiti degli esami, in particolare controllo delle feci, su altri nove animali", ha riferito alla BBC Ja Khan, un ufficiale di polizia. Per il momento tutti i sospettati sono stati chiusi in gabbia. Gir, è una delle aree protette piu' grandi dell'India e in questa zona si stima che vivano un centinaio di leoni.
Negli ultimi mesi, i felini sono stati intercettati anche fuori dai confini di quest'area fino ad arrivare molto vicini al santuario che c'è in questa zona. Dopo la notizia di ben sei attacchi da parte di leoni nei confronti delle persone, le autorità indiane hanno piu' volte avvisato i turisti di evitare di scattarsi selfies con gli animali.
Questa è una notizia, curiosa, drammatica nel suo essere, ma curiosa. Abbiamo imparato in questi anni a fare i conti con la giustizia indiana, anche se i soggetti non erano leoni, ma due militari italiani. Abbiamo anche cercato di capire invano quale sia la filosofia che sta dietro alla ripetuta violenza sulle donne, spesso violenza di gruppo, come quella di un branco di leoni sulla preda. Leoni che vengono arrestati e processati, per non lasciare impunito un omicidio. Una giustizia che sembra andare a due velocità: immediata sui leoni, che fanno il loro mestiere di belve feroci, di fiere, inesistente o quasi quando l'oggetto dell'omicidio è una donna, una donna che spesso è solo una bambina.
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